Ultimo
Granduca sul trono di Toscana, Gian Gastone è una figura molto
controversa.
Descritto sprezzante dei nobili e attratto solo
dai ragazzi di strada, che gli venivano procurati da Giuliano Dami,
uno
dei suoi primi amanti, suo consigliere e complice per tutta la vita.
Incapace,
come gli ultimi suoi ascendenti, di gestire con fermezza il potere,
cercò di condividerlo,
con la sorella e la cognata, affidando loro i
compiti inerenti alle relazioni sociali, ed agli obblighi della vita di
corte che esse, peraltro, seppero svolgere brillantemente. Per
se riservò il ruolo di recluso dorato che tanto bene gli si addiceva. 
Ne
approfittò per seguire in pace la propria inclinazione al bere ed al
vizio di trascorre
grande tempo in ambigui rapporti con gente di dubbia
reputazione, i ruspanti,
che si intrattenevano con lui per un
ruspo alla settimana
( ovvero un "Fiorino Gigliato" creato a Firenze da
Cosimo III).
Non
fu risparmiato dall'accusa di omosessualità ne da quella di cronica
indolenza
che gli derivavano dalla tendenza ad indugiare lungamente
nel
letto da solo o in compagnia. |