IL “NINFEO DEL GIOVANNOZZI”

 

 

Quando si guarda il “Ninfeo del Giovannozzi”, si fatica a credere che questo luogo sia a due passi da Viale Europa. 

Ci si immagina che si trovi sperduto all’interno di qualche parco, lontano dal rumore della città.  

Ed invece Firenze, che da sempre nasconde tesori meravigliosi, mostra questo gioiello barocco in un quartiere lontano dal centro. 

Il proprietario, il signor Aldo Vangelisti, dopo averlo acquistato, ha dedicato cinque anni al lungo e delicato restauro, 

ed lo ha aperto per ospitare "L'ultimo de' Medici" che non poteva sperare in una cornice più adatta.

 

 

 

Il Ninfeo è stato progettato dal Giovannozzi nel 1474 ed era di proprietà di villa Bandini (che oggi ospita la Biblioteca del Quartiere 3). Si trovava all’interno del grande parco che circondava la villa e fu creata per ospitare momenti di divertimento e di spettacolo. Il restauro del signor Vangelisti ha fatto sì che i divertenti giochi d’acqua posti nel pavimento (di gran moda nel passato, basti pensare ai leggendari giochi d’acqua della Villa Medicea di Pratolino) siano ancora attivi e che dalle grandi fauci dei dragoni di conchiglie sgorghino due potenti fontane.

 

 

 

Le decorazioni fatte di conchiglie, pietre colorate, marmi, spugne è il trionfo del barocco 

e bene si adattano al periodo storico in cui è ambientato “L’ultimo de’ Medici”.

 

 

 

Un cortile in pietra è l’ingresso della grotta e tre grandi arcate fanno accedere all’interno del  ninfeo che mostra la grande fontana nel centro dalla quale, purtroppo, la statua di Venere è stata trafugata durante la Seconda Guerra Mondiale.

La fontana è una delle parti intatte e che il signor Vangelisti ha restaurato con cura, lasciando inalterato il fascino di questa vera e propria opera d’arte. Maschere e figure allegoriche decorano tutto l’interno: da animali (aquile, cani, uccelli, etc.) a figure mitologiche (draghi, fauni, etc.) ad esseri umani che sembrano giocar tutti assieme in un turbinio di leggerezza e tranquillità.

 

 

 Moltissime le maschere presenti sulle pareti: strani faccioni di colori e materiali diversi sono

 a metà fra esseri umani e mostri, fra animali e divinità. Il soffitto è decorato con un trompe-l’oeil: 

un grande cielo azzurro circondato da alberi e solcato da uccelli in volo e il

 tutto dà un grande respiro alla grotta che sembra così essere a cielo aperto.

 

 

 

Un vero e proprio gioiello, dunque, che grazie alla curiosità ed alla perseveranza dei produttori del “Mese Mediceo” è potuto essere riaperto e mostrato ai cittadini che, oltre a poterlo vedere come scenografia naturale durante lo spettacolo ed entrarvi alla fine della rappresentazione, ha potuto anche assistere ad una visita guidata realizzata dalla dott.ssa Nizi Grifi dell’associazione “Città Nascosta”.