Figlio di Lorenzo duca d’Urbino, caduta la
Repubblica di Firenze, riceve dall’Imperatore Carlo V il titolo di duca
quando aveva circa 20 anni e nel 1536, la mano della figlia Margherita
decretando così un'alleanza inattaccabile con la potenza più forte del
mondo.
Da questo momento in poi, il comando di Firenze
divenne ereditario tracciando in tal modo la via del principato.
Eccentrico ed informale, come venne definito, ebbe
una certa abilità politica nel tenersi buoni i potenti, invitandoli a
Palazzo Medici e nell’ascoltare le lamentele dei ceti disagiati con una
buona dose di demagogia. Malgrado ciò fu descritto quale sciocco e
malvagio, tanto che nessuno osava offenderlo nel timore di vendette
dirette o trasversali come l’uccisione di familiari.
Il fratello Ippolito, che bramava il titolo a sua
volta, fu indirizzato dal padre Clemente VII verso la carriera
ecclesiastica. Cercò in tutti i modi di mutare il proprio destino (anche
con un attentato al fratello) ma invano.
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