CATERINA SFORZA
RIARIO FEO MEDICI
(1463 - 1509) |
 |
Caterina Sforza nacque nel 1463, figlia
illegittima di Galeazzo Maria Sforza e di Lucrezia Mandriani.
Nel 1472 il padre la diede in moglie a Girolamo
Riario, nipote del Papa Sisto IV e signore di Imola e successivamente anche
signore di Forlì.
Alla morte di Sisto IV, Caterina si impadronì in Roma di Castel Sant'Angelo.
Dopo molte cospirazioni fallite Girolamo Riario venne ucciso il 14 aprile del 1488
a Forlì da un complotto popolare; Caterina, con astuzia, forza e
spregiudicatezza sconfisse i cospiratori ed il 30 aprile di quell’anno iniziò
il suo governo in quanto reggente per il figlio Ottaviano, ancora piccolo.
Sposò clandestinamente Iacopo Feo, il
castellano di Ravaldino che le era rimasto fedele nei giorni seguenti
l'assassinio del marito. Caterina lo sposò in segreto per non perdere la tutela
dei figli e, di conseguenza, il governo del suo Stato.
La sera del 27 agosto del 1495 Iacopo Feo fu assalito e ferito
mortalmente, rimanendo vittima di una congiura ma Caterina era all'oscuro di
tutto e la sua vendetta fu terribile. Quando era morto il suo primo marito, la
vendetta si era svolta secondo i criteri della giustizia del tempo, ora si
svolgeva secondo gli eccessi accecati della rabbia e del dolore di aver perduto
l'uomo amato.
Nel 1496 giunse alla corte di Caterina
l'ambasciatore della Repubblica di Firenze Giovanni de' Medici; con il
fratello Lorenzo era stato mandato in esilio a causa della sua aperta ostilità
verso il cugino Piero de' Medici, succeduto al padre Lorenzo il Magnifico nel
governo di Firenze. Poco tempo dopo avere reso omaggio alla Contessa come
ambasciatore, Giovanni fu alloggiato, con tutto il suo seguito, negli
appartamenti adiacenti a quelli di Caterina nella fortezza di Ravaldino.
Dopo breve tempo i due si sposarono e dal
matrimonio nacque Giovanni, noto in seguito come Giovanni dalle Bande Nere.
Improvvisamente Giovanni de' Medici si ammalò gravemente e nonostante le cure,
le sue condizioni continuarono a peggiorare; venne trasferito a Santa Maria in
Bagno, dove si sperava nelle acque miracolose ma il 14 settembre del 1498
Giovanni morì in presenza di Caterina.
Intanto Cesare Borgia, detto il Valentino, figlio di Papa Alessandro VI, portava
avanti il suo intento di costruire un proprio ducato in Romagna e, nel novembre
del 1499, assediò Imola. L’11 dicembre cadde la rocca, inutilmente
difesa da Dionigi di Naldi. Alcuni giorni dopo il Valentino entrò in Forlì con
un esercito di 15 mila uomini. Caterina, invece di fuggire, si richiuse nella
rocca di Ravaldino e oppose una dura resistenza dirigendo personalmente i
difensori. Di fronte alle forze prevalenti, il 12 gennaio del 1500 cadde anche
la rocca di Forlì, Caterina fu fatta prigioniera da Cesare Borgia e rinchiusa
in Castel Sant’Angelo, dove subì torture e umiliazioni. Il 30 giugno del 1501
Caterina fu liberata e visse gli ultimi anni della sua vita a Firenze con il
figlio Giovanni. Provò, senza risultato, a recuperare la signoria e morì il 28
maggio 1509.
Di forza d’animo non comune (specialmente
per una donna dell’epoca), astuta e scaltra, Caterina Sforza seppe condurre le
sue battaglie con determinazione e spirito vendicativo. Bella, intelligente,
energica, fu una delle donne più note e ammirate del suo tempo.
|