Daniela Ortolani

                     sarta

 

Sarta e costumista de "IL MESE MEDICEO"

Cuce dall’età di 12 anni. 45 anni di lavoro. Una lunga esperienza, dunque.

Un lavoro lontano dai riflettori ma fondamentale per dare qualità ad un abito.

 

 

Da giovane ha cominciato proprio come i veri maestri cominciano: a scuola da altri maestri. Allieva di due sarte che ricorda con orgoglio ed affetto: Ada Balleggi e Giuliana Fammoni con le quali cuciva principalmente abiti da donna per confezioni. Erano gli anni '60 ed il lavoro era sempre molto per una bambina che imparava osservando dalle mani esperte di sarte.

 

Dopo anni di lavoro presso questi laboratori si mette in proprio e compra la sua prima macchina da cucire: una "PFAFF" che è la stessa sulla quale lavora ancora oggi e che conosce alla perfezione. E che non cambierebbe mai. Non una scuola di taglio e cucito, ma una pratica di esperienza e di osservazione.

 

 

 

Nel 1996 comincia a lavorare per il teatro realizzando per primi alcuni costumi per spettacoli per ragazzi.

 

Premiate le sue realizzazioni al "Festival nazionale di Schio" per due edizioni consecutive per gli spettacoli "Così va il mondo" nel 1998 e "L’amica delle mogli" nel 1999.

Abito per "Così va il mondo" di William Congreve

Abito per "L'amica delle mogli" di Pirandello

 

 

 

Non lavora usando modelli ma "a occhio", come dice lei: le è sufficiente osservare il bozzetto o l’immagine di riferimento per capire come effettuare il taglio. In media le sono necessarie 20 ore di lavoro per realizzare un costume di scena: per quelli femminili riesce ad essere anche più svelta.

 

 

"...Provo una grande soddisfazione nel vedere i miei lavori sulla scena" dice "anche se quando vado ad uno spettacolo non me lo godo mai, perché non faccio altro che osservare se il costume "funziona", se non vi sono errori e se torna bene addosso all’attore..."

 

 

 

Sa lavorare con maestria ogni materiale: dai normali tessuti, alla plastica (con i quali ha realizzato i costumi per una edizione de "IL MERCANTE DI VENEZIA" e "Turandot") ai tessuti per borse con i quali ha realizzato uno dei suoi costumi preferiti: quello di Giovanna d’Austria per lo spettacolo "Mentre dorme Firenze" disegnato da Vanessa Mantellassi e fatto con tessuti duri e difficili da controllare ma perfetti per la scena e per il personaggio.

 

Lavinia Rosso indossa il costume di Giovanna d'Austria  realizzato con materiali per borse

 

 

 

L’abito che preferisce fra tutti quelli che ha cucito per "IL MESE MEDICEO" è senza dubbio quello della Morte per lo spettacolo "L’Imperatore di Firenze" disegnato da Daria Ganassini.

 

Ma non tutto fila sempre liscio: i materiali a volte non sono all’altezza, o sono rovinati o il metraggio è insufficiente. Ma lei risponde così: "I problemi si risolvono. Con astuzia, lavoro e pazienza."

Il tetro costume della Morte accanto

allo splendore di quello rosso di Eleonora di Toledo.

 

 

 

 

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DEI COSTUMISTI