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Sarta e costumista de "IL MESE MEDICEO" Cuce dall’età di 12 anni. 45 anni di lavoro. Una lunga esperienza, dunque. Un lavoro lontano dai riflettori ma fondamentale per dare qualità ad un abito.
Da giovane ha cominciato proprio come i veri maestri cominciano: a scuola da altri maestri. Allieva di due sarte che ricorda con orgoglio ed affetto: Ada Balleggi e Giuliana Fammoni con le quali cuciva principalmente abiti da donna per confezioni. Erano gli anni '60 ed il lavoro era sempre molto per una bambina che imparava osservando dalle mani esperte di sarte.
Dopo anni di lavoro presso questi laboratori si mette in proprio e compra la sua prima macchina da cucire: una "PFAFF" che è la stessa sulla quale lavora ancora oggi e che conosce alla perfezione. E che non cambierebbe mai. Non una scuola di taglio e cucito, ma una pratica di esperienza e di osservazione.
Non lavora usando modelli ma "a occhio", come dice lei: le è sufficiente osservare il bozzetto o l’immagine di riferimento per capire come effettuare il taglio. In media le sono necessarie 20 ore di lavoro per realizzare un costume di scena: per quelli femminili riesce ad essere anche più svelta.
"...Provo una grande soddisfazione nel vedere i miei lavori sulla scena" dice "anche se quando vado ad uno spettacolo non me lo godo mai, perché non faccio altro che osservare se il costume "funziona", se non vi sono errori e se torna bene addosso all’attore..."
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