Il genio del Tacca riuscì a sintetizzare
nell’edificio della Pergola richiami stilizzati alla residenza dei
sovrani e alla struttura a ordini sovrapposti di palchetti. L’esigenza
dello stile recitativo, in voga in quegli anni, necessitava un continuo
contatto visivo tra gli strumentisti e i cantanti, fu questa la ragione
per la quale si tendeva ad utilizzare i lati del palco nascosti al
pubblico per collocare i suonatori.
Ma il particolare più sorprendente
del teatro era la presenza in corrispondenza del palchetto di Giovan Carlo, di un passaggio sotterraneo che permetteva al
cardinale di arrivare alle scene e tornare al suo trono senza essere visto
da nessuno.
Fu teatro di corte fino al 1718, data in cui fu aperto al
pubblico pagante, nel 1810 fu dichiarato "Teatro Imperiale". Nel
periodo fra il 1830-1863 ebbe il suo massimo splendore ospitando nomi illustri quali
Bellini, Doninzetti e Verdi.
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